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La Carnitina
La Carnitina e' un aminoacido non essenziale. All'interno dell'organismo, la carnitina viene sintetizzata nel fegato e nella dieta viene assunta attraverso il consumo di carne. Non si trova invece nelle proteine vegetali.

Questo aminoacido, prodotto della rapida conversione della lisina e della metionina, ha dimostrato di possedere un certo numero di proprietà terapeutiche. Per il processo di conversione è indispensabile la presenza di vitamina C in quantità sufficiente (fino a 2gr. di'). La produzione dell'aminoacido è particolarmente favorita dall'ingestione di lisina, rispetto ad altri amminoacidi precursori della carnitina, quali treonina e triptofano.

Si ritiene che gli uomini abbiano una maggiore esigenza di carnitina rispetto alle donne: nel sangue degli uomini è presente un maggior contenuto di carnitina, che è stata riscontrata in quantità elevate negli epididimi dei testicoli. La carenza di lisina negli animali è causa di sterilità, in conseguenza della perdita di motilità dello sperma.

Secondo Bland, benché la carnitina non sia una vitamina, può comunque essere considerata una sostanza nutritiva essenziale sia per i neonati, che non sono ancora in grado di sintetizzarne una quantità sufficiente, sia per gli adulti, quando la capacità di convertire metionina o lisina in carnitina è geneticamente limitata.

E' stato dimostrato che la carnitina svolge un ruolo importante nel metabolismo dei grassi e nella riduzione dei trigliceridi. Somministrando ogni giorno da 1 a 3 g di carnitina si ottiene l'ossidazione dei trigliceridi. Questa caratteristica rappresenta un prezioso potenziale in svariate condizioni patologiche, quali claudicazione intermittente, problemi di circolazione negli arti superiori e inferiori, infarto miocardico e disturbi renali.

La carnitina provvede al trasferimento degli acidi grassi attraverso le membrane dei mitocondri (sedi di produzione energetica in tutte le cellule dell'organismo), dove vengono utilizzati come fonte di energia. Si ritiene che la somministrazione di carnitina possa avere degli effetti benefici anche in altre condizioni patologiche, quali distrofia muscolare, distrofia miotonica, distrofia muscolare progressiva scapolo-omerale e del cingolo pelvico, poiché in questi casi si verifica una perdita di carnitina nelle urine e quindi si verifica un maggiore fabbisogno.

L'uso di carnitina nella stimolazione del metabolismo dei grassi può produrre dei risultati positivi in casi di obesità. Poiché, grazie all'uso di carnitina i grassi sono piu' mobili e la oro eliminazione più rapida, è logico aspettarsi dalla ricerca un'applicazione clinica in questa direzione. ll metabolismo dei grassi richiede la presenza di una quantità adeguata di carnitina; sembra che la presenza inadeguata di vitamina C provochi ùn deficit di carnitina.

La carnitina si è dimostrata utile anche in casi di chetosi (accumulo di scorie acide nel sangue) in individui che seguono un regime alimentare che favorisce l'accumulo nel sangue di corpi chetonici o di prodotti di degradazione dei grassi. Una tale situazione può causare l'acidificazione del sangue, e quindi la perdita di calcio, magnesio e potassio, e può avere conseguenze mortali.

Ecco i suoi maggiori usi terapeutici:
•Utile nel trattamento di alcune ferme di sterilità.
•Riduce eccessi di trigliceridi nel sangue.
•Risulta utile ad esempio in caso di cellulite.
•Utile nel trattamento di disturbi circolatori.
•Riduce la sensazione di affaticamento e debolezza muscolare.
•Utile nei trattamento dei fegato grasso e dei danni epatici prodotti dall'alcool.
•Può essere utile (con altre sostanze nutritive) per aumentare la tolleranza al glucosio nei diabetici.
•Utile anche nel trattamento dei disturbi cardiaci (specialmente ischemia miocardica, ossia carenza di ossigeno nel muscolo cardiaco), della distrofia muscolare e di altre miopatie e malattie neuromuscolari, nonché dell'obesità.

Rischi ed effetti collaterali: In esperimenti sulla somministrazione di carnitina, nei due terzi dei pazienti trattati con questa sostanza si sono evidenziati effetti collaterali a livello gastrointestinale o l'intensificazione degli odori corporei; i sintomi sono scomparsi o diminuiti somministrando un dosaggio più basso.


Effetti ergogenici della Carnitina
L'integrazione della carnitina come aiuto ergogeno ha mostrato risultati variegati. Per esercizi submassimali (a bassa intensità), la carnitina sembra avere poco o nessun valore nell' aumentare la performance. Tuttavia, la somministrazione di L-carnitina sia in acuto (immediatamente prima dell'esercizio fisico) che in cronico (>uguale 7 giorni di dosi giornaliere) a dosi superiori ad 1 gr./giorno è stata associata ad alcuni benefici nel metabolismo e nella performance dell'esercizio, quando questo era sufficientemente intenso.

In alcuni studi, ma non in tutti, che misuravano questi parametri, sono stati osservati, durante l'esercizio, una diminuzione della frequenza cardiaca per un dato carico di lavoro, un migliorato VO2max, un migliorato uso dei lipidi come carburante e la stabilizzazione delle fluttuazioni del metabolita della carnitina. Cinque studi hanno riportato un miglioramento della performance dell'esercizio fisico dopo integrazione della carnitina (disponibili).

Due studi non hanno evidenziato variazioni nella performance dell' esercizio fisico. Uno di questi studi potrebbe non riprodurre, in una seconda prova, i risultati iniziali sull'aumento del tempo dell'esercizio submassimale.

Quindi, è evidente che prendendo semplicemente molti grammi di L-carnitina al giorno non si migliorerà automaticamente la performance dell'esercizio di una quantità misurabile. Il fatto che alcuni studi abbiano mostrato effetti ergogeni vuol dire che la carnitina può essere efficace in alcune condizioni ma non in tutte. Questa conoscenza, associata alla sicurezza di grandi dosi di carnitina, indica che sono giustificate ulteriori ricerche sugli effetti dell'integrazione della carnitina sugli atleti.

Un logico allargamento delle attuali ricerche è quello che intende determinare quali tipi di esercizio fisico, quale dosaggio della carnitina e quale stato d'allenamento degli individui potrebbero dare effetti ergogeni riproducibili.

Ancora, non sono stati studiati gli effetti combinati dell'integrazione della carnitina, dell'esercizio fisico e di una dieta povera di grassi, rispetto a quelli dell'esercizio fisico e di una dieta povera di grassi, sulla percentuale di grasso corporeo di uomini allenati o non. Questa potrebbe rappresentare un'altra applicazione pratica dell'integrazione di carnitina, basata sui risultati conosciuti sino ad oggi.

E' necessaria una certa attenzione per quanto concerne la forma di carnitina usata per l'integrazione. La DL-carnitina, che è molto meno costosa della L-carnitina, ha evidenziato la capacità di causare debolezza muscolare. Per questo motivo, la DL-carnitina è oggi meno disponibile come integratore. In studi futuri dovrebbe essere usata solo la L-carnitina in modo da evitare la potenziale tossicità della forma D.

Di particolare interesse è l'uso della carnitina in pazienti con gravi malattie cardiovascolari o polmonari. L'integrazione della carnitina non è stata mai associata ad effetti collaterali o interazioni con le terapie convenzionali ed ha aumentato la performance fisica di questi pazienti in maniera riproducibile.

Numerosi studi suggeriscono che l'integrazione della carnitina può migliorare la compliance dei pazienti verso un programma di esercizi fisici prescritto per loro o ridurre i sintomi del dolore dovuto all'esercizio.

Naturalmente, prima di prendere la decisione di somministrare carnitina ad alcuni pazienti dovrebbe essere richiesto il consiglio del medico. La carnitina è promettente come aiuto ergogeno per esercizi fisici intensi.


Integrazione di carnitina ed esercizio fisico

Una rassegna di studi sull'integrazione della carnitina e performance fisica ha trovato che da 1 a 6gr. giorno di carnitina integrativa per periodi fino a 6 mesi hanno aumentato consistentemente i livelli plasmatici di carnitina totale senza apparenti effetti tossici o dannosi.

Marconi e coll. in uno studio randomizzato crossover in cieco semplice hanno somministrato 4gr. giorno di L-carnitina a 6 marciatori di lunghe distanze, allenati. I livelli serici di carnitina totale, libera ed esterificata sono aumentati significativamente dopo integrazione della carnitina, suggerendo che sia avvenuto un assorbimento nel tessuto.

Il potere aerobico massimale (VO2max) era leggermente aumentato (6%), ma lo è stato significativamente dopo l'integrazione della carnitina. Gli autori hanno indicato un più basso rapporto acetil CoA/CoA causato dal fatto che la carnitina può stimolare la piruvato deidrogenasi, aumentando il flusso del ciclo del TCA e quindi migliorando il VO2max.

Non è stato toccato l'accumulo di lattato durante i due tipi di lavoro supramassimale (anaerobico). Cosa importante, i valori del quoziente respiratorio sono rimasti invariati, indicando che l'eccesso di carnitina non ha aumentato l'utilizzo di acidi grassi a catena lunga. Questa affermazione ha confermato i resoconti che dicono che l'ossidazione del grasso, in atleti allenati, non è limitata dai fattori che regolano l'utilizzo dei lipidi (per esempio, la carnitina).

Uno studio francese citato da Marconi ha affermato che 4.8 gr. di L-carnitina al giorno per 3 settimane hanno raddoppiato la durata di un esercizio fisico di resistenza submassimale (80% del VO2max) con una significativa diminuzione del quoziente respiratorio. Non sono disponibili altri dettagli.

Carnitina: riassunto di alcuni importanti studi
La L-carnitina è necessaria nell'organismo per la combustione ossidativa (aerobica) degli acidi grassi. In questo processo essa ha la funzione di mezzo di trasporto per poter introdurre gli acidi grassi a catena lunga nei mitocondri, la sede di ossidazione degli acidi grassi.

In ragione di tale compito la L-carnitina si trova soprattutto nelle cellule che mostrano un elevato ricambio energetico e quindi nelle cellule muscolari. Conseguentemente la più elevata quantità di L-carnitina può essere introdotta con la carne rossa.

Una bistecca di manzo di 200 gr contiene ad esempio 120 mg di L-carnitina, al contrario 200 gr di carne di pollo ne contengono soltanto 15 mg. La L-carnitina è presente in piccola parte anche nelle noci, nella frutta e nel grano.

Lo studio del medico dello sport italiano Marconi [1] causò per la prima volta eccitazione in ambito sportivo. Egli rilevò negli sportivi delle discipline di durata un aumento del 6% della capacità massima di assunzione di ossigeno (VO2 max.), dopo che questi avevano assunto L-carnitina con una posologia di 4 gr/die per 2 settimane. La capacità massima di assunzione di ossigeno può essere considerata come parametro per valutare lo stato di allenamento di uno sportivo.

Dragon [2] ha rilevato in uno studio controllato a doppio cieco con placebo che la somministrazione di 2 gr di L-carnitina per 10 giorni comportò significative modificazioni nella valutazione dell'"indice di forza", della massa corporea priva di grassi come anche della capacità globale. Lo stesso Autore [3] dimostrò, in uno studio successivo vs. placebo, effettuato su 110 atleti al vertice, importanti differenze nei valori serici degli acidi grassi liberi e del lattato.

Wyss [4] rilevò una alterazione dei quozienti respiratori (QR), dopo aver trattato 56 uomini giovani con L-carnitina in previsione di uno sforzo prolungato. Un QR ridotto rappresenta un indice del fatto che una maggior produzione energetica abbia origine dagli acidi grassi piuttosto che dal glicogeno.

Un valore QR ridotto è stato trovato anche da Gorostiaga [5] indipendentemente da questi dati.

Ulteriori significativi studi in doppio cieco incrociato sulla L-carnitina sono stati effettuati da Vecchiet [6] e da Zapf [7]. Entrambi gli studi confermano un'aumentata assunzione massima di ossigeno (VO2 max), una maggiore capacità lavorativa globale come anche ridotti valori di lattato. Infine viene citato anche uno studio di Arenas ed all. [8]. Questo team ha tentato di chiarire biochimicamente i differenti aumenti rilevati della VO2 max. I ricercatori hanno rilevato un aumento drammatico delle attività di determinati enzimi a seguito di un supplemento di L-carnitina (fra gli altri dell'enzima essenziale per il ricambio energetico, la piruvatodeidrogenasi PDH).

Osservando i risultati di questi studi si può osservare che grazie ad un integrazione di carnitina della quantità di 2/3 grammi al dì è possibile aumentare il proprio VO2 max e di utilizzare negli sforzi prolungati una maggior quantità di lipidi come carburante, permettendo di risparmiare il prezioso glicogeno muscolare.